Mina è rimasta una protagonista assoluta della ribalta musicale anche da quando, nel 1978, ha scelto di autoesiliarsi dalle apparizioni pubbliche. Ne aveva davvero bisogno, dopo un ventennio passato sotto i riflettori: amata, seguita, idolatrata, ma anche spiata e giudicata dall’Italietta benpensante degli anni Sessanta. Le vicissitudini della sua tormentata vita privata – due figli da due uomini diversi, i gravi lutti di un fratello e di un ex marito entrambi morti sulla strada – hanno a lungo alimentato le chiacchiere di tutto un paese, affiancando i clamorosi successi artistici che la Tigre di Cremona intanto collezionava uno dopo l’altro. Non solo su vinile, ma anche in indimenticabili stagioni televisive (ricordate la storica esibizione live con Lucio Battisti a “Teatro 10”, nel 1972?).
Poi, con la sparizione dalle scene, il Mito di Mina si è ridotto all’essenziale: un volto trasfigurato sulla copertina dell’ultimo album e una voce miracolosamente intatta nel tempo, elargita al pubblico con la cadenza regolare di una produzione musicale ampia e versatile. All’alba dei suoi ottant’anni, ecco dunque l’appassionante ritratto della nostra artista più amata di sempre. L’unica che è diventata una star per poi cercare di farlo dimenticare a tutti.
Roberta Maresci è una giornalista. Voce e autrice per Rai Radio2 di programmi come « La stanza delle meraviglie », « Il buongiorno di Rai Radio2 », ha pubblicato diversi libri tra cui Death Market e Il grande libro del collezionismo. Collabora con «Io Donna», «Voyager», «ViverSani & Belli», «Il Tempo» e «Libero». Per questa collana, ha scritto anche i volumi dedicati a Maria Callas e a Raffaella Carrà.